Scintillare per te
A tutto ci si abitua o perlomeno a ciò che non è sotto il nostro controllo.
Questa settimana è stata emotivamente carica da gestire per me, ecco forse il termine gestire è incorretto all’interno di questa frase, perché non non credo che ciò che ho vissuto debba essere tenuto sotto controllo, racchiuso e riposto in un determinato meandro della mia mente e della mia anima.
Lunedì è successo qualcosa che, in cuor mio, non mi aspettavo e allo stesso tempo non speravo accadesse, con così tanta naturalezza.
Avete presente quegli istanti in cui vi rendete conto che l’avvenire di un determinato evento dipenderà solo dalla vostra volontà, motivo per cui sta a voi decidere se prendere o meno le redini della situazione? Quello che io pensavo non potesse mai accadere di fronte ai miei occhi con così tanta chiarezza, a tal punto da dimostrarmi l’evidenza e la prova che ciò che mi ripetevo da anni fosse vero, è successo.
Ora io non riesco a descrivervi in maniera sintetica cosa si provi nell’avere di fronte a voi una persona che vi ama in maniera incondizionata, dopo infiniti anni in cui si è vissuto una vita fatta di supposizioni e credenze, di domande alle quali la risposta non è mai pervenuta, di “ti amo però”, di lunghissime corse senza traguardi.
Se per me, perciò, è difficile spiegarlo qui, in questo contesto in cui sono io a decidere obiettivamente quanto spazio e dedicargli, figuratevi quanto può essere complesso far capire all’altra persona che per tutti quegli anni non ha fatto altro che reprimere quel sentimento a se stessa, sottraendo ad entrambi attimi condivisibili e tempo per coltivare quell’amore nella maniera più naturale che ci fosse, facendo fronte a tutti i timori del caso.
Ecco il mio lunedì pomeriggio è stato così: per qualche ora il tempo si è fermato, e mi ha riportato indietro di 10 anni, tra le braccia dell’unico ragazzo in grado di farmi sentire a casa ovunque io mi trovassi, protetta e accolta, apprezzata e venerata.
C’è un abisso tra il fare il sesso con una persona e farci l’amore e credo che al di là degli stereotipi e dei luoghi comuni che molte di noi si raccontano, al di là della componente sentimentale, due occhi siano in grado di parlarti e di dimostrarti molto di più di quanto possano fare infiniti discorsi.
Al contempo, ci sono dei piccoli gesti premurosi, dei tocchi, delle carezze e delle strette colme di dolcezza e appartenenza, in grado di dirti ti amo senza che quelle labbra pronuncino quelle due parole.
In questa domenica vi scrivo mentre sono stesa sul mio letto a riflettere a come si possa amare così tanto una persona per qualche ora e poi sparire, come se nulla fosse accaduto.
La risposta non l’ho ancora trovata e non so se la troverò, o meglio non credo di volerla trovare.
Forse è vero sono stata una vita intera ad attendere, a stare ferma a scintillare per te, così da darti, per lo meno, la certezza di avermi in pugno.
Ad oggi, però, per quanto tu mi abbia tolto, ho avuto la conferma che quell’amore non lo provavo solo io e che, per quanto tutto questo ti spaventi, per quanto l’idea di dipendere emotivamente da una donna non faccia parte di te, in questo gioco del caso ci sei cascato anche tu.
Finalmente posso concludere la mia partita.
Questa volta ho vinto io.
L’articolo è stato scritto ascoltando Oscar Winning Tears di RAYE.